Descrizione

Piero Ciampi, 53 poesie – 20 maggio 2021

«Un cantautore che scrive “poesie”… era fantascienza allora. Una casa discografica che edita un libro, essa stessa direttamente, e per giunta non la biografia promozionale di un personaggio, bensì “poesie”… ancor più fantascientifico. Non risultano precedenti di questo genere. Ma l’abbiamo detto: Piero Ciampi, eccezionalmente, ci stava dentro la categoria del poeta, per varie ragioni. Lui stesso aveva fatto apporre la dicitura «poeta» nella professione sulla carta di identità, peraltro qualificandosi invece come «musicista» sul passaporto, tuttora esposto nella trattoria romana che frequentava. Cerchiamo allora di mettere le cose in chiaro. Piero Ciampi resta comunque, prima di tutto, un cantautore: perché nelle canzoni, come sempre, sono basilari, insieme alle parole, e contestualmente ad esse, pure la musica, la voce, il canto, la presenza scenica. Ma, in un cielo parallelo, Piero era anche un poeta in senso stretto, e lo era contemporaneamente al cantautore, per l’evidente carattere orale della sua poesia, spesso declamata sul palco e persino nei dischi, in un nesso contiguo alle canzoni. E poi per la loro musicalità, la frammentarietà, il prestarsi a continua improvvisazione, modificazione e trasformazione, che sono gli elementi peculiari della cultura orale».
(Dalla Premessa di Enrico de Angelis)

«A una prima lettura, così come a un primo ascolto, parola e canto in Ciampi sono espressione di una medesima piena di emozioni; la sua scrittura, al pari della sua voce, viene da dentro: è sensazione diretta, schietta, immediata. Al bando la leziosità, le grazie calligrafiche e certe astrazioni. Il suo è un confronto serrato, senza alcuna posa intellettualistica e senza alcun compiacimento, con i tre grandi temi dell’esistenza: la vita, l’amore, la morte. Proprio l’amore in Ciampi è, prima di ogni altra cosa, una presenza potente e ingombrante; un amore che fagocita, declinato secondo varie forme: dal sesso all’amore coniugale, paterno, filiale, con tutte le irriducibili contraddizioni che caratterizzano un sentimento simile. Ecco allora che il baudelairiano «cuore messo a nudo» comincia a parlare mostrando la solitudine e la presenza assurda di un uomo nel mondo e del mondo di un uomo. Ciampi vive, ama, sbaglia, soffre, tenta di reagire e di capire, mentre l’alcol suo conforto lo invade. C’è questo nella sua poesia e nelle sue canzoni: lo scontro interiore tra bene e male, ma anche la riflessione sul bene e sul male nella Storia».
(Dall’Introduzione di Diego Bertelli)

Io e te.
Emigreremo per sempre
in Norvegia
prendere una barca
farci trascinare
nel gorgo
di Maelström
scendere scalini
di acqua che suona
raggiungere
l’ultimo suolo.
O, qui,
io da una parte
tu dall’altra
ciechi cercarci
in un labirinto
tessere
giorno e notte
la nostra sottile e dolorosa
ragnatela.

*  *  *

Ho visto
palazzi
senza porte
rive
senza mare
un cuore
giacere inerte
rossastro
sulla strada
e un gatto
mangiarlo
tra gente
indifferente.
Non andrò
mai
in America.
Né altrove.

*  *  *

Anche
domani
tutto
questo
mai
mio.

(Estratti da P.C., 53 poesie)

Piero Ciampi, cantautore e poeta, nasce il 28 settembre 1934 a Livorno. Visse gli anni della giovinezza scrivendo, cantando e declamando i suoi inconfondibili versi nei locali della grande Parigi degli chansonniers e in seno alla nascente industria discografica milanese e romana: in patria, la stima e l’amicizia di artisti e produttori gli consentirono di registrare alcuni dischi, che ebbero all’epoca scarso successo, ma che oggi sono considerati tra le più importanti opere della canzone italiana e non solo. Ricordiamo Piero Ciampi (1971), Io e te abbiamo perso la bussola (1973) e Dentro e fuori (1976). In vita ha pubblicato un solo libro, 53 poesie (1973), a cui sono seguite altre raccolte postume. Piero muore a Roma il 19 gennaio 1980 all’età di quarantacinque anni.

Fotografia di Mario Martinazzi